Avete mai sentito nominare
o letto qualcosa a proposito degli ha-ha?
Ne ignoravo l’esistenza fino a poco tempo fa quando ho trovato il riferimento tra le pagine di un libro che racconta lo stile del giardino inglese.
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Have you ever heard or read something about the ha-ha?
I did not know it existed until a short time ago when I found the reference in the pages of a book that tells the style of the English garden.
drawing by Felix Kelly credits
Semplicemente è una recinzione nascosta, una barriera per evitare che gli animali selvatici penetrino nel giardino che circonda la tenuta senza alcuna interruzione di visuale prospettica. Un’ invenzione dettata forse dall’humor inglese che gioca ruolo di sorpresa in chi se la trova davanti all’improvviso (ha-ha!) dai francesi chiamata anche Saut de loup.
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It simply is a hidden fence, a barrier to prevent wild animals from entering the garden that surrounds the estate without any interruption of visual perspective. An ‘ invention’ dictated perhaps by the English humor, it plays the role of surprise in who suddenly faces it (ha-ha!), also called Saut de Loup by the French.
Giardino di Miromesnil,
in corrispondenza della costruzione del muro, la visuale libera ma protetta da ha – ha.
Miromesnil Garden,
besides the wall, the view is clear but protected by the ha-ha.
In realtà appena ho letto, ha -ha, pensavo si trattasse di una finzione letteraria data l’eccentricità del nome, solo quando riordinando gli appunti presi durante la visita al Jardin-potager de Miromesnil visto ricomparire lo stesso vocabolo, ne ho verificato l’esistenza sul web scoprendo che spesso lo nominava nei suoi romanzi Jane Austin, peccato che la traduzione italiana lo sostituisca utilizzando semplicemente la parola fossato facendoci così perdere la sua conoscenza.
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Actually as soon as I read it, ha-ha , I thought it was a fiction due to the eccentricity of the name, only when rearranging the notes I took during a visit to the Jardin-potager de Miromesnil I saw reappear the same word, I checked its existence on the web and discovered that it was often appointed in Jane Austin novels. It’s a shame that the Italian translations lost it completely replacing it by simply using the word moat and making lose the knowledge of it.
-After sitting a little while Miss Crawford was up again. “I must move,” said she, “resting fatigues me. – I have looked across the ha-ha till I am weary. I must go and look through that iron gate at the same view, without being able to see it so well.”-
tradotto in….
Dopo essere rimasta seduta per un po’, Miss Crawford fu di nuovo in piedi. “Devo muovermi”, disse, “riposarmi mi affatica. Ho guardato oltre il fossato fino a stancarmi. Devo andare a guardare la stessa veduta attraverso il cancello di ferro, anche se non si vedrà così bene.”
Il libro che mi ha fatto scoprire l’esistenza degli ha-ha è Il giardiniere inglese di Masolino d’Amico. L’autore, studioso anglista figlio della nota sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico, mescola l’elemento romanzesco a quello storico in una trama costruita sull’intervista di un aspirante sceneggiatore a un professore universitario che fornisce il pretesto per raccontare la storia di Lancelot “Capability” Brown (1716-1783) considerato l’inventore del “parco all’inglese”. Individuando nei luoghi le possibilità (“capabilities”) di abbellimento, egli creò numerosi parchi privati ed ebbe l’incarico di progettare i giardini reali di Windsor e di Hampton Court..
Il libro ha ricevuto forse più critiche che elogi per l’inconsistenza della trama che non porta ad alcuna eclatante conclusione se non quella di presentare la figura di un personaggio che ha il merito di aver fatto la storia del giardino Inglese.
Ho invece molto apprezzato il libro di d’Amico perchè mi ha offerto la possibilità di conoscere la personalità di “Capability” , forse distrattamente incontrata in passate letture, ed alcuni elementi fondamentali della storia del paesaggismo inglese gettando i semi per futuri approfondimenti.
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The book that made me discover the existence of the ha-ha is Il Giardiniere Inglese (The English Gardener) by Masolino D’Amico. The author, scholar Anglicist son of the famous screenwriter Suso Cecchi D’Amico, mixes romance to the historical element in a plot built on the interview of an aspiring writer to a university professor who provides the opportunity to tell the story of Lancelot “Capability” Brown (1716-1783) considered the inventor of the”english park”. Identifying opportunities in places (” capabilities”) embellishment, he created a number of private parks, and had the task of designing the royal gardens at Windsor and Hampton Court.
The book has perhaps received more criticism than praise for the inconsistency of the plot that does not lead to any striking conclusion if not to present the figure of a character that has the merit of having made the history of English garden .
Instead, I enjoyed the book of d’Amico a lot because he offered me the opportunity to appreciate the personality of “Capability”, perhaps casually encountered in past readings, and some key elements of the history of the English landscape painting, sowing the seeds for future investigation.
Neppure io conoscevo questo termine ( ho pensato subito al gruppo musicale XD ) Pensa che stavo per chiederti suggerimenti per saperne di più dei giardini inglesi, ho già in mente alcune visite a tema per questa primavera e sono curiosa di visitare il Garden Museum, vicino alla Tate Britain.
@Clyo
che invidia… forse già te lo avevo detto ma ricordati del Chelsea Physical Garden
je ne connaissais pas! c’est ingénieux. gros bisous. cathy
@Cathy
alors je suis heureuse d’avoir dit pour toi quelque chose de nouveau!
bises
Tu mi parli di giardini e mi citi Jane Austin…è meraviglioso imparare cose nuove così…
@Giulia
anche tu Jane Austin addicted… ciao cara!
Io avevo scoperto ha-ha e Capability Brown con l’atlante di Virgilio Vercelloni… è bello ritrovarli qui, rispolverati dalla tua curiosità. Sai che non avevo mai badato al fatto che il termine originale non “circola” dalle nostre parti? Grazie, hai risolto il mistero della scomparsa degli ha-ha, brava!
😉
@Erica
la curiosità a volte porta lontano…
Oh, this is wonderful! Very delightful to know.
@Georgianna
Thanks!
Ha-ha è quello che penso quando scopro qualcuno che mi ha “citata”! A parte questa battuta stupidina, la mia recensione tiepida di questo libro (che cmq ha il grosso merito di diffondere in Italia l’immagine di Capability Brown) è dovuta al fatto che degli ha-ha avevo già letto in un altro utilissimo manualetto, ideato per chi come me non ha seguito studi “legalmente riconosciuti” di architettura del paesaggio: parlo di Leggere i giardini, scritto da Lorraine Harrison, ed. Logos, che consiglio (magari ci faccio su uno dei prox post). Ciao Simonetta e grazie!
@Marta
in effetti non ho mai approfondito lo studio dell’arte del giardino inglese, quindi questo termine per me è stato una bella sorpresa, e il libro non solo mi ha fatto conoscere questa parola ma mi ha concesso qualche ora di istruttiva lettura.
Per me è stata una scoperta. Grazie per avermi concesso questa bella lettura.
@Marilena
felice scoperta anche per me, benvenuta su aboutgarden!
Ha-ha !!
Sai che spesso la curiosità per tutto ciò ce non si conosce, che molto spesso mi anima, conduce sovente, soprattutto qui sul web, a scoprire cose .. insperate !!
Ed è così che ho conosciuto questo termine curioso ed ho ‘conosciuto’ Capability, proprio i primi tempi in cui ho cominciato con il curare il blog … Mansfield Park, bellissimo romanzo, troppo poco conosciuto qui da noi !!
Baci mia cara, magnifico post 😉
Dany
@Dany
ha – ah…sapevo sarebbe stato di tuo gradimento!
baci
Bellissimo Simonetta! Adoro Capability Brown, studiato al mio Garden DEsign Diploma vari anni fa, ormai…. E quando vai in Inghilterra in molte case antiche, oggi spesso B&B, hotel etc, si nota l’ha, ha. Una cosa va detta però.. che sí servono per evitare che gli animali selvatici entrino nella proprietà ma l’ingegno sta che dalla casa non si vede nulla e quindi la Capacità, da cui il soprannome di Capability (nome Brown) sta nell’avere eliminato le barriere dei muri di cinta o steccati e fare questi fossi, non rompendo la vista che va dal giardino alla grande estensione della campagna inglese. La Capacità di Brown sta anche nell’aver creato, colline, boschi, fiumi, oggi parte integrante e caratteristica del paesaggio inglese ma che sono in realtà manmade, creati dall’uomo e non naturali.
Capability Brown diciamo che ha influito moltissimo su quello che oggi conosciamo come paesaggio tipico inglese. 🙂
Baci
Dani
@Dani
grazie della tua testimonianza. Un post è limitante per raccontare dello ha-ha, così come la figura di Capibility meriterebbe ben altra attenzione. Non ricordavo del tuo diploma, che brava!!!
Nonn conoscevo l’esistenza di questo tipo di recinzione.
Davvero invcredibile!
Grazie per averla condivisa.
Anch’io conoscevo già i giardini ah ah avendoli portati all’esame di storia del paesaggio. Mi hanno sempre affascinato…grazie per avermi riacceso piacevoli ricordi…
@Maria Anna
per me una piacevole scoperta! Dovrei davvero approfondire la storia inglese del paesaggio…
Quando ne vidi uno, per la prima volta in un vecchio giardino inglese, lo scambiai per una trincea e ne chiesi lumi a mio zio che mi accompagnava, la sua risposta la scambiai per una risata ironica…poi mi spiegò.
Io ho ricevuto “Il giardiniere inglese” per natale e devo dire che non mi è dispiaciuto, ciao Marina
@Marina
allora hai avuto la stessa mia reazione sia per quanto riguarda il vocabolo sia per il libro.