Se viaggiando
avete avuto modo di attraversare la Liguria di ponente, avrete notato la forte presenza di serre che colonizzano selvaggiamente le prime fasce dell’entroterra. La maggior parte di esse sono ormai dismesse e abbandonate ma la pesante traccia lascia immaginare un glorioso passato agricolo fatto di coltivazioni intensive soprattutto di fiori, rose e garofani in particolare e in seguito fronde di ginestra e mimosa, vendute su tutti i mercati europei, hanno regalato l’appellativo a quelle terre di “Riviera dei fiori“.
La produzione negli anni è calata, il mercato è diventato ancor più competitivo e le coltivazioni si sono spostate all’estero.
Le serre sono rimaste a testimonianza. Da quelle parti si chiamano vetrine, per dire che si coltivano le rose in serra si dice: “Ho fatto una vetrina di rose”.
Vetrine anche per l’uso domestico e per l’orto come questo piccolo reperto che ho fotografato non lontano dalla piana albenganese. Costruite interamente in legno e vetro erano belle, funzionali e dopo qualche anno, quando il legno iniziava a marcire e per disinfettare terreno, si smontavano i pannelli che la componevano e gli si dava fuoco. Dalla cenere si recuperavano i vetri per costruirne una nuova.
Le odierne serre industriali hanno guadagnato in funzionalità forse, ma hanno perso fascino e quel che conta sono decisamente ben poco ecosostenibili!
Ne ho viste passando.
Non dico che non bisogna fermare l’innovazione e la tecnologia, ma cercare di dare nuova vita a queste vetrine si!
Anna
@Anna
e per fortuna non si possono toccare perchè ti immagini la speculazione edilizia?
Bella espressione, “vetrina di rose”…
E come non vederle! Peccato davvero che siano state abbandonate, anche perchè un clima così avrebbe permesso di coltivare qualsiasi cosa… Ah questa globalizzazione…
Cara ma sai che ti ho ripetutamente vista su QVC?! Che emozione!
Un abbraccio! Silvia
ciao mi hai fatto ricordare le vetrine della mia famiglia, non di fiori, ma di basilico, pomodori… ho tanta nostalgia di quel mondo potresti organizzare un corso, a Celle, per imparare a costruire le vetrine (mio papà era capace)
baci
giuliana
@Giuliana
mi piacerebbe approfondire…
Mi piace l’dea di @Giuliana!
il sapore delle vecchie serre non ha nulla a che vedere con quelle che vediamo oggi…non sempre il progresso è sinonimo di bello!
@Claire
in effetti sono in contatto con lei… vediamo se si riesce a far qualcosa!
Ciao Simonetta!! Felice di aver scoperto il tuo blog (grazie a Sandra!).
Con mio marito ogni volta che veniamo in Italia in macchina, ci siamo chiesti cosa ci fosse dentro a quelle serre….Lui pensava ci fosse il basilico 😉 Io le vedevo troppo dismesse. Peccato che siano abbandonate, non me lo sarei mai immaginato!
Ho appena scoperto, guardando i tuoi video che ho un lavandino!!! 🙂
Ti seguirò, amo il verde, il profumo della natura, dopotutto conservo un titolo di garden designer nel cassetto 😉
@Daniela
benvenuta su aboutgarden!!! tiriamolo fuori dal cassetto quel titolo, almeno quando passi da qui… 🙂